Ormai molti anni fa ebbi la fortuna di conoscere Juan Nunez del Prado, grande antropologo e maestro di quarto livello della tradizione andina. Fui iniziata da Juan all’arte del SAMINCHAKUY e a molte altre pratiche della tradizione.
Juan mi fu anche di grande aiuto nella gestione del canto sciamanico, venuto a me nel 1997 e che all’inizio non sapevo governare.
Nella tradizione andina la cosa più importante è l’energia che scambiamo con la natura e con tutte le forme di vita secondo il principio della reciprocità. L’energia si muove con la nostra intenzione, con il nostro intento. Non esistono energie negative o positive ma solo energie fini, o sottili, ed energie più dense, pesanti.
La madre terra, Pachamama, è la più grande trasformatrice di energia, una sorta di calderone alchemico che trasforma anche le energie più pesanti in nettare. Esistono forme di vita, oltre a Pachamama, che si nutrono di quella che per noi umani definiremmo energia pesante.
Saminchakui consiste nell’aprire la nostra bolla di energia, – altre tradizioni parlerebbero dei nostri corpi sottili,- in alto, a livello del settimo chakra, per ricevere da Padre Cosmo il sami, l’energia sottile che rigenera la nostra bolla, e nel lasciare andare attraverso i piedi l’energia pesante, che doniamo alla terra. Lasciando andare l’energia pesante che tende a depositarsi nella parte più esterna della bolla la nostra visione si fa più chiara e la nostra vita più leggera. Lo spazio che si libera quando l’energia pesante defluisce verso la terra può essere riempito di energia sottile, o con il SAIWACHAKUY della potente energia di Madre Terra che facciamo salire dai piedi fino alla testa, dopo aver preso la forza di Pachamama attraverso le radici che escono dai nostri piedi.
Per ora mi fermo qui, nel prossimo articolo vi racconterò di più.
3 commenti